Anche in Italia lo scenario strategico sta volgendo sempre di più lo sguardo verso la sostenibilità delle aziende, costringendole a dover ripianificare (spesso radicalmente) gli obiettivi e le azioni di medio-lungo periodo.
Lo testimoniano varie ricerche, tra cui quella di Confindustria che evidenzia che:
- il 40% delle imprese italiane (su un campione di 1.524 provenienti da vari settori) dichiara di integrare la sostenibilità al proprio core business
- per l’80% l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economico-finanziaria.
Cosa ci dimostra questo? Che oggi lo sviluppo di una strategia aziendale non può più prescindere dalla sostenibilità, che è diventata sempre più un fattore critico di successo per le imprese.
PIANIFICAZIONE STRATEGICA: COS’È?
La strategia di un’azienda deve basarsi su una rigorosa pianificazione, intesa come processo in cui vengono definiti gli obiettivi dell’impresa nel medio-lungo periodo, predisponendo azioni e comportamenti volti al loro raggiungimento.
Tale processo si compone di varie fasi:
- analisi interna e esterna
- definizione degli obiettivi
- pianificazione delle azioni
- attuazione e controllo dei risultati.
La fase preliminare, cioè quella dell’analisi, è a dir poco fondamentale, poiché da essa scaturiranno a cascata gli obiettivi che l’impresa si pone di raggiungere e le azioni da mettere in pratica.
SOSTENIBILITÀ NELLA STRATEGIA AZIENDALE
È indiscutibile che la sostenibilità sia diventata parte integrante e determinante della strategia d’impresa. Non deve sorprendere, quindi, se le aziende recentemente hanno iniziato a prendere una posizione netta nei confronti dell’impatto ambientale e sociale del business, tanto da allargare questa attenzione anche a tutti gli attori partner della catena di fornitura.
Ciò sta avvenendo in diverse forme.
IKEA: sostenibilità delle aziende e supply chain
Un esempio su tutti è IKEA, precursore in questo senso, che ha fatto della sostenibilità un elemento distintivo della propria offerta, facendolo percepire chiaramente al cliente grazie alle sue campagne di comunicazione e a svariate iniziative che nel corso degli anni le hanno permesso di assicurarsi standard riconosciuti di sostenibilità, nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori. Il caso è emblematico in termini di supply chain, poiché il colosso svedese fondato da Ingvar Kamprad è riuscito a trasferire gli stessi valori ambientali e sociali ai suoi fornitori, cercando di sviluppare iniziative congiunte votate all’innovazione di tecniche e materiali in grado di ridurre al minimo gli impatti.
Nuovi attori e soluzioni innovative nella fornitura sostenibile
È logico pensare che la politica adottata da IKEA possa portare a costi più elevati nella fornitura, dati gli standard stringenti, ma l’azienda è stata in grado di controllare questo effetto, attraverso forti sinergie tra obiettivi di sostenibilità ed efficienza, trasparenza nei costi da parte dei fornitori e (soprattutto) consapevolezza delle potenzialità di espansione del mercato.
Ma non è finita qui, perché la sostenibilità ha portato anche alla nascita di nuovi attori per la fornitura, in grado di mettere a disposizione del mercato prodotti realizzati con materiale riciclato o materie prime alternative meno dannose per l’ambiente.
In aggiunta, nel mercato si sono inserite anche nuove forme contrattuali utilizzabili da un’impresa con il proprio fornitore, come nel caso di Novelis, un’azienda produttrice di fogli di alluminio riciclati per automotive e beverage che comprende nel contratto un c.d. “buy-back”, con cui riacquista gli scarti dei suoi clienti atti al riciclo.
SOSTENIBILITÀ DELLE AZIENDE E COMUNICAZIONE
I dati, le ricerche e le esperienze attuali dimostrano quindi come stia cambiando lo scenario per le imprese in termini di politiche volte alla “sostenibilità”. Un panorama in cui il cambiamento investe non solo il rapporto con il cliente, bensì coinvolge tutta la catena del valore.
E una cosa è certa: in questo contesto diventa sempre più importante comunicare e saperlo fare nel modo giusto. L’impresa, infatti, sia nei confronti dei clienti sia nei confronti dei fornitori, deve essere in grado di comunicare la sua sostenibilità e farsi portavoce di un cambiamento radicale in grado di innescare un meccanismo fatto di buone pratiche e di abitudini “sostenibili” da parte di tutti gli attori della catena.